INTRODUZIONE

Ho riflettuto a lungo su ciò che avrei potuto scrivere per dare inizio alla creazione di questo blog. In realtà è più difficile di quanto credessi. Purtroppo non ho grandi abilità di scrittura e spesso ho difficoltà a tradurre le mie idee in parole, sembra mi sfuggano nel momento in cui cerco di riportarle su di un foglio di carta o, come in questo caso, su di un foglio virtuale. Me ne scuso in anticipo, non sono una scrittrice.
"Cuochi per caso" è semplicemente uno spazio in cui vorrei inserire qualche ricetta ed alcune curiosità che mi è capitato di leggere su libri, riviste e sul web. Ho scelto questo titolo proprio perché non posso affatto considerarmi una cuoca, al limite una cuoca un po' improvvisata. Ciò nonostante, amo cucinare e vorrei cercare di esprimere al meglio la mia personale concezione del cibo e della cucina.
Qualche anno fa, cercando in biblioteca "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery, ho trovato un breve romanzo della stessa autrice ed ho deciso di leggerlo in attesa che l'altro fosse disponibile.
Il titolo di questo libricino è "Estasi culinarie". Il protagonista, Monsieur Arthens, è il più grande critico gastronomico al mondo, un vero e proprio genio della degustazione. Pieno di cinismo ed egocentrismo, trascorre la sua esistenza decidendo le sorti degli chef più prestigiosi. In punto di morte cerca disperatamente di recuperare un sapore primordiale e sublime che purtroppo gli sfugge, il sapore per eccellenza, quello che vorrebbe assaggiare nuovamente prima del trapasso.
Il romanzo propone un viaggio gustoso ed ironico che ripercorre tutta la vita di Arthens, dall'infanzia alla maturità, celebrando piatti poveri ma anche prelibatezze di haute cuisine. Le parole stimolano le papille gustative ed il cibo diventa protagonista indiscusso; si evocano sapori ed emozioni di un'intera esistenza. Ed è proprio questo l'aspetto che vorrei evidenziare: l'esaltazione del gusto per il cibo, dei profumi e dei sapori. La cucina diventa un'opera d'arte, coinvolge tutti i sensi e genera un vero e proprio turbinio di emozioni. Le pagine del romanzo sono ricche d'immagini, sensazioni e percezioni quasi erotiche del cibo, tanto sono intrise di emotività ed estasi.
Il viaggio culinario giunge al termine con l'individuazione di quel sapore così tanto ricercato: il protagonista si trova a morire chiedendo un comune bignè del supermercato. Nulla di raffinato o di particolarmente elaborato, ma un sapore capace di evocare i momenti più emozionanti della vita di un individuo, i ricordi dell'infanzia o dei periodi vissuti con una maggior leggerezza d'animo.
Ciò che vorrei è esattamente questo: offrire una cucina semplice, che tutti possano sperimentare, indipendentemente dalle proprie abilità culinarie. Ma anche creare dei momenti in cui sia possibile accantonare almeno in parte le preoccupazioni e le ansie con cui spesso conviviamo, lasciandoci avvolgere dai profumi e dai sapori che il buon cibo regala alle persone desiderose di apprezzarlo.